LE COPPE
Primo sorteggio: italiane tutte fortunate, tranne la Roma...

Zitti e a Mosca

Sembra esserci continuità tra l'ultima edizione e quella del1991 /92: i giallorossi non sembrano conoscere ostacoli facili. Scopriamo le insidie di un viaggio forse un po' "gelato" e le facili avventure che aspettano le altre formazioni di casa nostra.

E probabile che Emiliano Mascetti in futuro eviti i viaggi in Svizzera. Ginevra o Zurigo ormai non fa più differenza: ad ogni sorteggio organizzato dall'Uefa la Roma si ritrova con l'avversario peggiore, o quasi, almeno sulla carta. Alla regola non ha fatto eccezione l'ultimo «tiraggio a sorte» organizzato dalla federazione internazionale europea, effettuato lo scorso 11 luglio. Le rappresentanti italiane interessate erano sei e soltanto la Roma, manco a dirlo, è uscita con le ossa... doloranti dall'urna. Gli uomini di Ottavio Bianchi si sono infatti ritrovati accoppiati al Cska di Mosca, cioè a sovietici davvero scomodi, nonostante ci fossero almeno dieci-dodici avversari molto più ben accette.
Si diceva del sorteggio che ormai è diventato regola. In fondo basta andare ai sorteggi di un anno fa, quando quelli relativi alla Coppa Uefa regalarono alla Roma un avversario più scomodo dell'altro. Prima il Benfica di Sven Goran Eriksson, finalista in Coppa dei Campioni nella stagione precedente (battuta al «Prater» di Vienna dal Milan, con un gol di Fran Rijkaard nel finale di un match che i portoghesi avevano controllato senza troppi affanni; quindi gli spagnoli del Valencia, i francesi del Bordeaux e i «terribili» belgi dell'Anderlecht di Bruxelles. Quasi un calvario, ma non ci fu alcuna «via crucis» da parte della formazione romana che ebbe a faticare solo contro il Broendby, cioè contro la squadra che tutti, nessuno escluso, giudicavamo, come l'unica... abbordabile.
Inutile, in questa sede, riportare i giudizi dei diretti interessati. Per esperienza, sappiamo che il campo riesce ogni volta a sconfessare le opinioni o a confermare ottimismi e paure. Il Cska di Mosca è una particolarissima incognita, un avversario che, a prescindere dalle indicazioni degli esperti (o presunti tali) scopriremo soltanto tra la metà di settembre e l'inizio di ottobre, quando cioè la Roma avrà modo di verificarla sul campo, prima nella capitale sovietica e poi in Italia.
In poche parole, «Zitti e a Mosca», nella speranza di poter proseguire la grande serie di risultati, davvero esaltanti, inaugurati lo scorso anno in Coppa Uefa. Si diceva del sorteggio ch'è stato estremamente favorevole - sempre sulla carta s'intende - con le altre formazioni italiane impegnate nelle coppe europee della stagione 1991/92. La Sampdoria, debuttante in Coppa dei Campioni, si ritroverà contro i norvegesi del Rosenborg. Hai voglia di dire che bisogna fare attenzione tenendo presente il deprimente precedente della Nazionale italiana, quasi umiliata dalla Norvegia nella gara valida per il campionato europeo ad Oslo. Si dà il caso che i giocatori più rappresentativi della nazionale norvegese militino oltre frontiera, cioè lontani dal campionato nazionale. In poche parole; il Rosenborg non può, soprattutto non deve rappresentare, un'insidia rea e per la squadra di Vujadin Boskov, che pure ha da farsi perdonare l'imperdonabile eliminazione subìta un anno fa contro la modesta compagine polacca in Coppa delle Coppe. Discorso analogo per la Coppa Uefa dove Inter (formazione detentrice), Torino, Genoa e Parma hanno trovato avversari non eccezionali. Plaudiamo al giudizio di Corrado Orrico che, seguendo in diretta il sorteggio, non s'è preoccupato più di tanto dei portoghesi del Boavista, prossimi avversari dei neroazzurri milanesi. «Un avversario vale l'altro ha detto con molto realismo il successore di Trapattoni sulla panchina della società milanese - sarebbe un errore dichiararsi insoddisfatti, così come sarebbe colpa imperdonabile ritenersi contenti. Cercheremo di scoprire il Boavista in anticipo per poi affrontarlo serenamente. L'lnter detiene la Coppa? Non è un peso. Dobbiamo impegnarci per riconquistarla, così come dovremo impegnarci per conquistare altri traguardi».
Davvero un «animale» strano Orrico.
Nello zoo del calcio italiano risulta un... domatore insolito, comunque diverso da molti altri colleghi, a cominciare da quelli che non hanno avuto il coraggio (o la forza) per valutare esattamente il sorteggio dell'11 luglio. Torino, Parma, e Genoa, al di là delle insidie comunque «congenite in un sorteggio-Uefa, hanno avuto la dea bendata dalla loro parte. E fa piacere aver verificato come molti protagonisti, direttamente interessati alla questione, abbiano avuto modo di esprimere la personale soddisfazione per un primo accoppiamento che sembra garantire ampi spazi di promozione al secondo turno della manifestazione organizzata dall'Uefa. Doveroso, a questo punto, tornare alla Roma e al Cska di Mosca. L'ignoranza produce spesso effetti sconfortanti, quindi ci sembra opportuno - dopo aver esternato l'amarezza per un sorteggio nient'affatto felice - sottolineare come la formazione moscovita non possa essere considerata dalle grandi del calcio dell'Urss. Una buona stagione, dopo la promozione nel massimo torneo, la conquista della Coppa nazionale, più d'un elemento meritevole di attenzioni oltre confine. Il giusto, insomma. Il resto, com'è prevedibile, lo faranno il clima (c'è da giurare che a Mosca, il 18 settembre nessuno oserà indossare il bikini...) e soprattutto le condizioni psico-atletiche dei giocatori che, fino a prova contraria, decidono sempre e comunque, quel che un sorteggio può soltanto lasciar intravvedere. C'è da dire che Emiliano Mascetti e Ottavio Bianchi, al pari di Orrico per l'lnter in Coppa Uefa, no, si sono fasciati la testa più di tanto. Entrambi hanno giudicato il Cska di Mosca per quello che realmente è, cioè un avversario difficile ma «abbordabile», difficile ma al tempo stesso «eliminabile». L'ottimismo razionale in passato ha prodotto effetti benefici per cui c'è da sperare (anzi, da credere) in un proseguio della esaltante linea di successi inaugurati lo scorso anno in Coppa Uefa, quando la Roma - a dispetto di tutto e di tutti ­seppe conquistare l'ultimo atto di una manifestazione qualitativamente esaltante. Concludiamo con una battuta. Come è noto a quanti hanno a cuore le sorti giallorosse, la Roma non è più riuscita a conquistare un trofeo internazionale dopo la conquista della Coppa delle Fiere, all'inizio degli anni Sessanta. Per due volte è arrivata vicinissima al traguardo: nel 1984 ospitò il Liverpool all'Olimpico nella finale di Coppa dei Campioni; nel 1991 fu invece la volta dell'lnter nell'ultimo atto della Coppa Uefa. Sappiamo tutti, proprio tutti, come è andata a finire. Ebbene, ci consoli il fatto che la finale di Coppa delle Coppe edizione 1991/92 non si svolgerà a Roma. Come a dire che i giallorossi possono star tranquilli circa l'ultimo atto: comunque vada, non avverrà «sotto» casa. Non è poco....

Tratto da La Roma luglio/agosto 1991

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